I due principali campisanti della città di Siena nacquero dopo il 1783, anno in cui il Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo II di Lorena, stabilì delle linee guida per “per la formazione di Campisanti a sterro”. Obiettivo di queste linee guida era quello di far cessare la consuetudine secolare dell’inumazione dei corpi all’interno della cinta muraria della città, nelle chiese, nei conventi e nei cimiteri parrocchiali, consuetudine questa terribilmente malsana. Il primo camposanto ad essere costruito fu quello del Laterino, i cui lavori iniziarono nel 1784 e furono conclusi nel 1786. La progettazione venne affidata a Bernardino Fantastici, padre del più famoso Agostino.
Il Cimitero del Laterino rispetto al Cimitero Monumentale è stato sempre considerato più vicino alle classi meno agiate e considerato più laico, tanto che, a partire dalla fine dell’800, fu scelto dai reduci dei moti risorgimentali per seppellirvi i propri morti. Infatti al suo interno troviamo il cosiddetto “Quadrilatero dei Garibaldini” dove sono sepolti i cittadini senesi che parteciparono alla spedizione dei Mille.
ll Cimitero Monumentale della Misericordia fu edificato in un arco di tempo che va dal 1843 al 1866 in un’area precedentemente occupata dal Monastero di Monte Oliveto Maggiore, fuori Porta Tufi, che fu demolito.
L’attributo “monumentale” che distingue il Cimitero della Misericordia dall’altro camposanto cittadino è dovuto agli affreschi dei pittori puristi della seconda metà dell’Ottocento, soprattutto alla celeberrima Pietà di Giovanni Dupré e alle sculture di Tito Sarrocchi e dei suoi allievi, che sono gli autori della maggior parte delle opere d’arte che caratterizzano il camposanto. Gli scultori formati alla scuola di Tito Sarrocchi, attivi fra gli ultimi anni del XIX secolo e i primi decenni del Novecento, produssero opere spesso di notevole qualità e quindi tale attributo “monumentale” è a tutt’oggi pienamente dovuto.